Alluvione Serchio, indennizzi, messa in sicurezza Argini
Nel Natale 2009 si è verificata la rottura dell’Argine a Nodica, creando incalcolabili danni a case, terreni e capannoni, mettendo in ginocchio l’intera area tra l’argine di Nodica ed il lago.
Tale ferita non si è ancora rimarginata, ferita che unita al “niet” ad Ikea, ha condizionato il precario sviluppo dell’intera economia vecchianese.
Molte aziende sono fallite, altre hanno chiuso i battenti e le rimanenti cercano con difficoltà di sopravvivere.
Gli aiuti da parte dello Stato sono stati dati in modo non comprensibile, vedi richiesta di intervento del Presidente del Comitato Alluvionati, rappresentante le famiglie ed i coltivatori, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Commissario delegato Presidente Regione Toscana ed al Prefetto di Pisa del 15 maggio 2010. A tale richiesta non è stato dato riscontro.
Stessa sorte ha subito l’Interrogazione del 6 agosto 2010.
Rinnovamento dopo l’alluvione ha sostenuto le iniziative e le richieste di tutti coloro che sono stati danneggiati, in ogni sede istituzionale, ivi compreso la Provincia, la Regione ed il Comune.
Ha proposto, sulla base di vecchie mappe ottocentesche che indicano l’uscita in mare delle acque del Serchio attraverso il fiume morto, la realizzazione di uno scolmatore delle acque in tal senso.
Anche per questa proposta non c’è stata risposta.
Nella Commissione consiliare “Serchio” creata ad hoc per la sicurezza idraulica, ha sempre partecipato, sollecitato ed approvato favorevolmente tutte le iniziative che portavano ad una migliore difesa del territorio.
Ha presentato al Sindaco interpellanze, poi discusse in consiglio comunale vedi in particolare l’Interpellanza del 21 aprile 2015, alla quale non è stata data risposta in alcuni punti, in particolare sul rispetto dei parametri previsti per il tipo di terreno utilizzato nel rialzamento degli argini e sul pericolo di rottura arginale nelle zone delle ex cave di sabbia.
Da parte di questa amministrazione comunale e della precedente, si è cercato nei consigli comunali successivi all’alluvione, di tranquillizzare la popolazione illustrando l’andamento dei pochi lavori con le scarse risorse a disposizione. Infatti servirebbero per mettere in sicurezza l’intero tratto di argine dal confine lucchese al mare, con rialzamenti e palancolati, con la demolizione e la ricostruzione ad altezza maggiore dei ponti di Ripafratta e Migliarino, la bella cifra di oltre 100 milioni di euro (calcoli fatti dall’autorità di bacino).
Nel recente consiglio comunale aperto del 31 gennaio 2016 il Sindaco, funzionari dell’ex Provincia di Pisa, della Regione, del Genio Civile Toscana Nord, il presidente dell’Autorità di Bacino ed il consigliere regionale dott. Pieroni hanno illustrato i “progetti pronti e cantierabili” degli argini per un importo di 5,5 milioni. (Si sono dimenticati di dire che abbiamo rischiato di perdere quei soldi che anni fa la regione toscana aveva assegnato alla provincia di Pisa, mentre da anni la provincia di Lucca ha utilizzato e speso i suoi. Vedi interpellanza succitata del 21 aprile 2015).
Non si è data una risposta su quando verrà messo in sicurezza l’intero territorio con i lavori succitati (argini e ponti).
Non si è data una risposta alla proposta di uno scolmatore, ma è stato detto “potrebbe essere una cosa da approfondire”
Ci sono ancora molte cose da fare.